Chi sono

Emma Fassio Shop 

La mia storia sulla creatività ha radici lontane e, se siete curiosi, potete trovare dettagli sulla mia storia personale e professionale qui di seguito.

Tutto nasce da una cosa molto semplice....

LA PASSIONE PER LA CREATIVITÁ

Mi definisco artista, madre, moglie, blogger, appassionata compulsiva di tutto quello che è creatività con i filati e i tessuti in generale.

La mia storia professionale in questo mondo nasce oltre 20 anni fa, certamente per hobby, sicuramente per passione, perchè adoro creare. Creo la mia prima collezione di maglieria, caratterizzata dalla personalizzazione di ogni capo come se fosse unico, e in effetti lo era. Nasce un brand artigianale che chiamo Emma Rêve, che significa “il sogno di Emma”, un mondo magico in cui la maglieria di queste collezioni è solo uno degli aspetti salienti.

Allo stesso tempo inizio a scrivere un blog su quello che è la mia passione primordiale: il lavoro a maglia e in particolare con i ferri circolari. Scrivo per me stessa, per rendere concreti i miei pensieri e mano a mano che vado avanti noto che quello che pubblico interessa anche ad altre persone. Iniziamo a scambiarci opinioni e piano piano creiamo una comunità virtuale, sul blog, poi su Facebook sul mio profilo personale. Passione, condivisione e consigli.

Inizio a tenere dei corsi sull'uso dei ferri circolari, che al tempo in Italia non erano conosciuti e la curiosità aumenta. Intanto il blog diventa sempre più affollato di persone creative e curiose, al mio profilo Facebook si somma la pagina Facebook, un profilo Instagram e un canale Youtube. Mi chiama il canale QVC per fare delle pillole "formative" sul lavoro a maglia e ciò mi ha permesso di avvicinare al mondo della maglia più persone possibili. Inizio a scrivere manuali in italiano, sembra strano ora ma fino ad allora di libri in italiano sulla maglia ed uncinetto se ne vedevano pochi, ed inizio ad andare in giro per l'Italia a fare corsi a chi desidera imparare l'uso dei ferri circolari, prendendo spunto dai miei modelli che ho iniziato al tempo a pubblicare su Raverly e che in questi anni sono diventati oltre 500.

In tutti questi anni ho sempre risposto e dato consigli a tutte quelle persone che me l'hanno chiesto, rispondendo alle tantissime domande sui miei canali social, creando tantissimi post sul mio blog su vostre richieste specifiche e creando video tutorial che potessero essere di supporto allo sviluppo del lavoro a maglia, del lavoro all'uncinetto e del cucito creativo.

In questi anni emozionanti la mia passione diventa anche il mio lavoro e questo mi permette di sperimentare e di creare contenuti e modelli con una costanza e dedizione senza le quali tutto ciò non sarebbe stato possibile.

Utilizzo un numero incredibile di filati, accessori e tessuti e quindi per me diventa quasi naturale aprire uno shop online, proponendo filati che amo usare, accessori che utilizzo tutti i giorni e consigli a chi li richiede.

Nel mio shop online sono presenti non solo alcuni dei marchi più prestigiosi, ma anche collezioni di filati firmati Emma Fassio, creati su misura su miei desideri immaginandomi i gomitoli perfetti per noi creative. 

Lo shop online non è solo un negozio di vendita, ma è un luogo in cui si trovano tantissimi tutorial video, post di approfondimento e suggerimenti sulle tantissime tematiche legate a maglia, uncinetto, cucito e ricamo. Vuole essere un luogo in cui ritrovare le nostre passioni, condividerle e, a volte, imparare qualche piccolo segreto per fare sempre meglio.

 

Mi impegno per dare sempre il massimo del servizio e i prodotti migliori. Spediamo in tutta Italia in 24/48 ore e anche nel resto del mondo. 

Mi prendo cura di ogni singola spedizione come se la dovessi ricevere io, quindi ci tengo ad essere attenta ad ogni piccolo dettaglio. Perché quando ricevo una spedizione adoro essere sorpresa e fare “wow!” e per me è importante che voi proviate la stessa cosa.

Rispondo a tutti personalmente per dare il massimo del servizio e continuo a farlo perché non è soltanto il mio lavoro, è prima di tutto la mia passione, perché condividere è parte naturale del mio essere e del mio modo di vivere.

Chi è Emma Fassio

Emma Fassio 4 anni

 

Iniziamo dal momento più romantico che ci sia, di un amore meraviglioso tra una ragazza svedese e un giovane uomo italiano (quelli che sono diventati da lì a poco i miei genitori) che si sono conosciuti negli Stati Uniti e si sono ritrovati e sposati in Europa, per trasferirsi poi in Liguria, a Lerici, e far nascere una bambina paffuta e bionda in un bellissimo gennaio del 1972. Scelsero per lei il nome Emma. Dopo la nascita di mio fratello ci siamo trasferiti a San Donato Milanese, dove ho frequentato le scuole elementari e medie. Mi sono sempre sentita un po’ aliena rispetto ai miei coetanei, non era normale all’epoca avere una madre straniera e soprattutto avere abitudini di vita quotidiana diverse dalla maggior parte dei bambini, già solo non portare la canottiera della salute sembrava essere un qualcosa di stranissimo.

Tra i dolci ricordi dell’infanzia ricordo l’aver imparato a lavorare a maglia e all’uncinetto quando avevo cinque anni e l’andare con la mamma in un negozio di gomitoli vicino a casa che mi sembrava un paradiso (mi ricordo ancora il nome, Artemisia). Hanno un posto speciale nel mio cuore anche le estati passate dai nonni in Svezia a visitare centri come quello Staineriano, dove c’erano meravigliose matasse di lana tinte naturalmente sulle pareti, e a passeggiare in mezzo alla natura a raccogliere mirtilli e sognare piccoli esseri del bosco. Da bambina amavo giocare con la macchina per cucire che era nella nostra cucina sulla scrivania dedicata e stavo ore ad ascoltare le storie di mia nonna italiana sulla sua infanzia. Era una donna dall’intelligenza fuori dal comune, chissà cosa sarebbe stata in grado di fare se fosse nata anche solo cinquant’anni dopo.

Finita la terza media avvenne un grandissimo cambiamento per la nostra famiglia: ci siamo trasferiti a New York, più precisamente vivevamo a Manhasset, su Long Island, e per due anni ho frequentato il liceo americano, scoprendo una passione meravigliosa per l’arte e i corsi creativi. Vincendo alcune borse di studio con le mie care amiche, ho frequentato dei corsi per Young Talented Teens all’università di pittura e design e nello stesso periodo mi hanno nominato studente del mese per i miei meriti scolastici e l’impegno nel sociale. Ma la mia anima rimaneva quella di un piccolo folletto ribelle e contestatore (e non so come i miei mi sopportassero, ora che guardo le mie dolci ragazze e penso che avevo la loro età). Sempre vestita di nero e con ai piedi gli anfibi, cambiavo colore di capelli ogni mese passando dal biondo platino al nero, con momenti di verdi non definiti perché sbagliavo tinta (li tingevo da sola, come pensavo che ogni sano artista dovesse fare), sempre alla ricerca della mia identità più profonda. Passavo le notti nella mia cameretta a dipingere e a creare e vinsi anche dei premi per i miei dipinti. Il mio quadro più bello è probabilmente quello di un gatto che nasce dalla tela, l’avevo dipinto dopo una fortissima litigata con mio padre e ancora adesso è appeso nella sala dei miei genitori. Mia madre al tempo aveva iniziato a fare dei quilt e a seguire dei corsi su tecniche particolari, ogni tanto la accompagnavo al negozio della città dove abitavamo, e wow, tutti quei tessuti mi scaldavano il cuore, un’anima dark vestita di nero che si emozionava a vedere le sfumature di rosa e verde acqua sulle pareti.


Gli ultimi due anni del liceo decisi di frequentarli a La Scuola d’Italia, il Liceo Scientifico italiano a Manhattan, su Bleecker Street, dietro Washington Square. Per entrare mi mancavano nozioni di Latino e Fisica, quindi passai un’estate a studiare. MI è sempre piaciuto dedicarmi allo studio, dava un senso alle giornate lunghe e torride.

Emma Fassio Designer     Emma Fassio knitting

I miei sono rimasti in America ancora un anno e io coraggiosa, a soli 18 anni, ho deciso di tornare e trasferirmi in Italia per l’università. All’epoca non esistevano cellulari e gps e adesso guardando indietro provo ancora più ammirazione per il coraggio dei miei genitori. L’unica loro condizione era quella di scegliere una città piccola, quindi fu Pavia. Mi sono subito iscritta a Lingue e Letterature Straniere Moderne, ma mi sentivo un pesce fuor d’acqua. I momenti di gioia: entrare in un negozio di lana, comprare qualche gomitolo per i miei progetti, ma troppo timida per parlare con qualcuno. Mi sembravano tutti così tecnici e bravi, io adoravo sperimentare e fare cose destrutturate. E poi a gennaio, un incontro, quello che ha cambiato la mia vita: Marco, l’amore della mia vita e il compagno di mille avventure di sempre. Mi sono innamorata subito, che sia stato un colpo di fulmine, mi sono riconosciuta nel suo sguardo. E da lì scaturì la scelta di volermi trasferire a Torino, la sua città. Iniziai a studiare al Politecnico Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Solo ora forse mi rendo conto che la scelta di cambiare Facoltà fosse dipesa sia da Marco che dalla forte stima che ho sempre avuto per mio padre, che era un noto ingegnere ai tempi. Dopo 6 esami, a giugno del secondo anno, mi sono guardata nello specchio e mi sono detta “Questa non sono io”: la mia preoccupazione era di dirlo ai miei, e invece la risposta è stata fantastica: “Ci chiedevamo quando avresti capito che non era la tua natura”.

Ho ripreso quindi a studiare Lingue e Letterature Straniere Moderne, questa volta a Torino, laureandomi con una Tesi in Letteratura Nord Americana su “Emily Dickinson e Georgia O’Keeffe: arte come poesia e pittura”, dove mi sono concentrata sulla difficoltà della donna nell’essere considerata artista nella cultura della domesticità dell’Ottocento e inizio Novecento americani. Nel frattempo avevo già iniziato a lavorare da più di un anno in una redazione che realizzava tutte le riviste per i dirigenti, e non, di un importantissimo gruppo torinese. La mia direttrice, una donna spettacolare, mi ha insegnato tantissimo e ancora oggi sento la sua voce quando mi spronava; in quegli anni ho imparato tutto ciò che so tutt’ora sulla stesura di un articolo, sull’editing e  sulla stampa. Intanto avevo iniziato anche a scrivere per alcuni quotidiani, inseguendo l’idea di ottenere il tesserino da giornalista.

E cosa facevo la sera? Realizzavo capi ai ferri, cucivo trapunte o completi che di giorno indossavo a lavoro, un po’ diversi ed eccentrici, sempre con personalità; tutto ciò sino a quando non ho comprato una nuova macchina per cucire, il cui distributore era in provincia di Torino. Mi hanno chiamata proprio quando io avevo bisogno di qualcosa di nuovo e una nuova scintilla si era presentata alla porta del mio cuore. L’anno precedente era stato bellissimo perché mi ero anche sposata con l’uomo della mia vita, ma poco dopo una nube di tristezza arrivò nelle nostre vite: avevamo perso un cucciolo che non era mai diventato cucciolo. E così iniziai a lavorare in questa azienda, occupandomi di formazione, marketing e tutta la parte editoriale, mentre di notte creavo e creavo. Viaggiavo tantissimo in questo periodo della mia vita, penso di non aver mai preso tanti aerei come in quegli anni, nell’arco di 30 giorni passavo dalla Svezia, alla Germania, agli Stati Uniti. Passai anche per la Francia, dove il mio cuore era rimasto folgorato a Strasburgo da un Quilt Festival europeo. Lì vidi i batik giapponesi e altre tecniche che non avevo mai visto prima e in quell’estratto momento la mia immaginazione partì per la tangente.

Poi una meravigliosa notizia: la gravidanza di Rachele, proseguiva e stava andando a buon fine. In quel periodo la notte studiavo modellistica, di giorno sperimentavo con i filati e tessuti. Da lì a poco mi resi conto che volevo essere madre al 100% e che quindi non potevo più viaggiare come prima,  volevo una dimensione domestica e perché no, tentare di realizzare uno dei miei sogni più grandi. Così è nato Emma Reve, il mio marchio di abbigliamento. Le collezioni, le sfilate, i rappresentanti, i negozi, fu tutto incredibilmente emozionante, ma fu anche importante lo studio e la ricerca di uno stile che rispecchiasse sempre la personalità di chi indossasse quel capo senza che fosse legato a una stagione o a una moda nello specifico.

Nel frattempo un’altra speciale gravidanza, la dolce Matilde. In ambito lavorativo però sentivo che mancava ancora qualcosa al completamento della mia natura. Poco dopo scoprì Raverly, che era ancora agli albori, e  nel frattempo, nel febbraio del 2009, avevo aperto il mio blog. I primi video e i primi knit café, le collaborazioni con le aziende di filati, i modelli da designer indipendente, il mettere a frutto tutto un bagaglio di conoscenze apprese negli anni, l’incontro con amiche speciali con cui condivido ancora oggi tantissimo. L’invito al mio primo Abilmente mi spaventò non poco, Rachele aveva iniziato la prima media ed essere lontano da casa mi spaventava. Mi ricordo che mi accompagnò mia mamma e una dolce amica, e quanta timidezza, paura di sbagliare o non essere all’altezza. Lo confesso, non ci fosse stato Marco non avrei aperto neanche la pagina Facebook. Vennero poi in successione i primi corsi, i primi eventi e poi una mail da QVC, chiedendomi se, avendo visto i miei video YouTube, avessi voglia di fare delle pillole di maglia per la televisione. L’incontro con l’editore, la Corrado Tedeschi Editore, segnò l’inizio dei miei amati manuali e, che altro dire, il resto lo conoscete…